Silvio Berlusconi non è un pensionato che passa le sue giornate a guardare i cantieri: per oltre vent’anni è stato l’uomo più potente d’Italia. È lui ad aver sdoganato e ad aver unito in un’alleanza l‘estrema destra postfascista (MSI – Alleanza Nazionale – Fratelli d’Italia) e i rumorosi ex secessionisti del nord (Lega Lombarda – Lega Nord per l’indipendenza della “padania” – Lega Salvini premier).
Silvio Berlusconi è il leader di uno dei partiti che sostengono l’attuale Governo, il Ministro degli Esteri è un suo fedelissimo. Non è uno svitato che “non va preso sul serio”, o meglio: qualora lo fosse, sarebbe un bel problema perché vorrebbe dire che uno svitato che “non va preso sul serio” controllerebbe diversi ministri e sottosegretari di un Paese membro dell’Unione Europea.
Silvio Berlusconi è il nodo che viene al pettine. È l’ex premier che ha portato l’Italia sull’orlo della bancarotta col voto convinto della maggioranza degli italiani, quella maggioranza che ha smesso di votarlo solo perché la sua più grande debolezza lo ha reso indigesto persino a quel popolino sovranello che in uno sprazzo di lucidità più unico che raro ha immaginato che quelle giovanissime ragazze potessero essere delle figlie e delle nipoti.
Silvio Berlusconi è un convinto alleato e sostenitore di Putin, nonché suo amico intimo. E lo è da molto prima dell’invasione dell’Ucraina. La foto che vedete è di tredici anni fa: una giornalista russa fece una domanda scomoda al Presidente della Federazione Russa e l’allora premier italiano mimò di puntarle contro un mitra; un gesto che per molti fu una macabra allusione agli oltre 200 giornalisti uccisi in Russia in quegli anni.
Silvio Berlusconi è il padre più ricco che nobile della presidente Giorgia e del girasagre. È l’uomo che ha fondato l’alleanza elettorale che mette insieme le peggiori pulsioni di una parte del popolo: dal razzismo all’omofobia, dall’integralismo cattolico all’anti europeismo. È nel DNA dell’attuale Governo e ne rappresenta benissimo una fetta importante dell’elettorato.