Caro signor presidente Giorgia, vuoi ancora abolire il reato di tortura? Te lo chiedo perché, come prevedibile, sia tu che il tuo vice e girasagre non avete detto nulla su quello che è successo nella questura di Verona. Posso immaginare che fosse più urgente parlare dei fatti di Annecy, in Francia, perché lì il criminale è un richiedente asilo siriano; e si sa, per voi i criminali stranieri hanno sempre la precedenza rispetto a quelli italiani, non parliamo di quando i criminali indossano una divisa delle forze dell’ordine.
Nel dubbio la notizia ti fosse sfuggita, ti faccio un piccolo riassunto. A Verona cinque poliziotti sono finiti in manette e altri 21 sono indagati. L’accusa è molto pesante: avrebbero torturato dei fermati. Sewcondo gli inquirenti, li avrebbero pestati di botte, utilizzati come stracci per pulire la loro stessa urina, accecati con lo spray urticante e riempiti di insulti razzisti. Come ha spiegato il giudice che ha convalidato gli arresti, “lo facevano perché odiavano gli immigrati”.
Ci sono troppe “mele marce”
Ora mi risponderai che sono delle “mele marce”, che non bisogna infangare gli uomini in divisa per pochi delinquenti. Su quello sono assolutamente d’accordo, il problema è che i fatti di Genova, agli omicidi di Federico Aldrovandi e di Stefano Cucchi e i tanti altri casi di cronaca più o meno recenti, ci raccontano che le “mele marce” forse sono un po’ troppe.
In fondo lo sai anche tu che in molte caserme l’utilizzo della forza è quasi una consuetudine: tu stessa affermasti di voler abolire il reato di tortura perché “impedisce agli agenti di fare il proprio lavoro”. Ecco, io sono tra quelli che pensa che il lavoro di un agente di polizia non sia quello di far urinare per terra un fermato e poi utilizzarlo come straccio per pulire. Sarò all’antica, che vuoi farci?
Il reato di tortura sta bene dove sta
Caro signor presidente Giorgia, io penso che il reato di tortura stia bene dove sta, perché purtroppo in Italia (come in altri Paesi) esistono delle preoccupanti sacche di violenza all’interno delle forze di polizia. E queste sacche di violenza hanno spesso quella che tu definisci una “matrice” e io definisco cultura neofascista; non a caso le vittime delle violenze di Verona sono degli immigrati senza fissa dimora e agli indagati viene contestata anche l’aggravante razziale.
Fossi in te, presidente Giorgia, stupirei tutti portando in Parlamento una legge che inasprisca le pene per chi si macchia di questi ignobili reati e istituisca i numeri identificativi sulle divise: un’iniziativa del genere spegnerebbe ogni remoto sospetto sulla condivisione di certi metodi da parte tua e del tuo Governo e renderebbe onore a quella stragrande maggioranza di agenti e ufficiali che ogni giorno onorano la divisa che indossano e ci proteggono dai criminali.