Sono stati accolti da Laura Boldrini alla Camera dei Deputati. Hanno tra i 19 e i 28 anni, sono israeliani e palestinesi e hanno una cosa in comune: rifiutano la guerra. E per questo pagano un prezzo altissimo. Sofia Orr, israeliana di 19 anni, ha subito 85 giorni di carcere per essersi rifiutata, sono le sue parole, “di prendere parte all’occupazione e ora al genocidio” del popolo palestinese. Daniel usa un nome di fantasia e parla protetto da una mascherina perché teme ritorsioni come l’arresto e il licenziamento perché ha scelto di non arruolarsi nell’Idf.
“In Israele si remprimono le manifestazioni contro la guerra”
“In Israele ci sono manifestazioni contro la guerra che vengono represse con arresti – ha raccontato -. Le persone vengono sorvegliate e la polizia interviene anche solo per un post che esprime empatia per i bambini uccisi a Gaza”. Sono rappresentanti di Msarvot, rete di attivisti israeliani nata nel 2015 contro l’occupazione della Palestina che sostiene gli obiettori di coscienza.
“Cresciamo nella violenza sapendo che le nostre voci non saranno mai ascoltate”
E poi c’è Tarteel Yasser Al Junaidi, giovane donna palestinese di Hebron, in Cisgiordania, e attivista di “Community Peacemaker Teams – Palestina” che ha sottolineato il clima pesante in cui i palestinesi trascorrono la loro esistenza. “Cresciamo nella violenza sapendo che le nostre voci non saranno mai ascoltate e che le nostre vite non hanno valore. Per questo che noi palestinesi nasciamo naturalmente attivisti. A Hebron la vita è durissima: ai checkpoint vengono controllati fisicamente anche i bambini che vanno a scuola e le nostre manifestazioni pacifiche sono soffocate con la violenza. Chiediamo ai governi europei di fare pressione perché questo cessi,”.
Le loro voci ascoltate dal Comitato diritti umani della Camera, presieduto da Laura Boldrini
Le loro voci di attivisti pacifisti e non violenti sono state ascoltate dal Comitato diritti umani della Camera, presieduto da Boldrini. E nel pomeriggio si è tenuta una conferenza stampa voluta dalla Rete italiana pace e disarmo e dal Movimento nonviolento che li sta accompagnando in un tour in tutta Italia nell’ambito della campagna di obiezione alla guerra. Storie di grande coraggio e forza di giovanissimi che si ribellano con strumenti non violenti e che vogliono costruire la pace tra israeliani e palestinesi.
La comunità internazionale fermi Netanyahu
“Hanno detto che senza giustizia non ci sarà pace”, ha spiegato Laura Boldrini. “E per avere giustizia chiedono che la comunità internazionale fermi Netanyahu e la sua guerra. E chiedono che i loro diritti di obiettori vengano tutelati. Sono loro ‘la meglio gioventù’ che può davvero porre le basi per un futuro migliore fondato sul rispetto reciproco e la convivenza civile. Presenteremo un’interrogazione per chiedere al governo cosa intenda fare affinché il governo israeliano riconosca l’obiezione di coscienza e garantisca il diritto di espressione a chi invoca la pace”.