A far notare la “leggera” anomalia era stato il deputato e vice presidente di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi: “Partite Iva – aveva scritto in una nota – da oggi potete pagare il giusto, ossia molto meno della cifra che effettivamente dovreste alla collettività. Anzi, potete concordare insieme a noi l’importo da pagare. Come ormai si fa ai concerti secondo la formula ‘Up to you’. Le tasse sono una scienza esatta solo per quelli a cui le detraiamo dalla busta paga”.
Grimaldi: “Un insulto a chi paga le tasse”
A far saltare sulla sedia il parlamentare, era stata la campagna di comunicazione istituzionale del ministero dell’Economia sul concordato preventivo biennale un po’ troppo ammiccante con gli evasori fiscali.
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“Tra condoni, sanatorie, pace fiscale e ravvedimenti ci siamo oramai persi in questa follia evasiva del Governo. Ma questo spot è davvero un insulto a tutti i lavoratori e lavoratrici, anche per le tante partite Iva che pagano le tasse senza furberie”, ha spiegato Grimaldi.
E l’anomalia non deve essere sfuggita anche a qualche dirigente del Mef, che evidentemente ha chiesto alla società di comunicazione che ha curato la campagna di “correggere il tiro”, per non far passare l’idea che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni strizzi troppo l’occhio agli evasori fiscali. Così, nel giro di pochi giorni, è arrivato un nuovo spot, questa volta decisamente meno accomodante nei confronti di chi non paga le tasse.
“Il Mef – ha commentato Grimaldi – ha cambiato lo spot pubblicitario sul concordato fiscale che noi di Avs avevano denunciato come uno strumento scorrettissimo perché invitava a pagare le tasse ‘al giusto’ prezzo rivolgendosi alla platea delle ‘partita IVA’. Dopo le indignate proteste, ora il Ministero guidato da Giorgetti, nel tentativo di mettere una pezza al buco, ha lanciato un nuovo spot che mette al centro la lotta all’evasione fiscale. Fanno finta di fare i controlli pensando di ottenere qualcosa dal concordato. Agendo così falliranno due volte”.