venerdì 15 Novembre 2024
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HomePoliticaComunicatiStefano Bonaccini: "l'autonomia differenziata di Calderoli è ingiusta"

Stefano Bonaccini: “l’autonomia differenziata di Calderoli è ingiusta”

L'europarlamentare dem: "È ingiusta e divisiva, perché toglie a chi dovrebbe ricevere, per dare a chi tutto sommato sta meglio"


“L’autonomia differenziata di Calderoli è ingiusta, iniqua e divisiva, perché toglie a chi dovrebbe ricevere, per dare a chi tutto sommato sta meglio di tanti altri, e non è un caso che anche tra i presidenti di centrodestra delle Regioni del centro e del sud, e ce ne sono diversi, non ce n’è uno solo che chieda l’autonomia differenziata”. Sono le parole dell’ex presidente dell’Emilia Romagna e ora europarlamentare del Partito Democratico, Stefano Bonaccini, che ha parlato a margine di un incontro con le associazioni di categoria.

Anche il presidente della Calabria è molto critico

“Nel centrodestra – ha spiegato Bonaccini – ho sentito anche dal presidente della Calabria Roberto Occhiuto, vicesegretario nazionale di Forza Italia, parole molto critiche verso l’autonomia differenziata, che in particolare nelle regioni del centro-sud è vissuta come l’ennesimo problema che acuirà, se portata a conclusione, le distanze in un Paese che dovrebbe invece ridurle”.

“Guai, però, se la sinistra perde il senso di essere a difesa delle autonomie locali – ha precisato Bonaccini – che sono quelle che fanno andare avanti il Paese ogni giorno. Sulle regioni speciali non c’è discussione né oggi, né ci sarà in futuro anche perché tutto quello che si chiama specialità è previsto dalla Costituzione italiana”.

La nostra idea di autonomia era molto diversa

A chi gli chiedeva perché avesse cambiato idea sul concetto di autonomia differenziata, l’eurodeputato ha risposto: “Noi avevamo in mente un’altra autonomia differenziata, che invece di dividere avrebbe garantito soprattutto che non ci sarebbe stato un solo euro da dare alle regioni del Nord, che vuol dire poi toglierlo al Sud, che prevedeva poche materie e non tutte quelle che prevede la riforma Calderoli, a partire da scuola e sanità, e che prevedeva prima i livelli essenziali di prestazione, per garantire a tutti di essere trattati alla stessa maniera”.

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