Il governo guidato dal signor presidente Giorgia Meloni si vanta di non aver messo nuove tasse, ma è davvero così? Nel mio intervento dutante la trasmissione “Specchio dei tempi” condotta dal collega Roberto Vicaretti su RaiNews24, ho spiegato un concetto molto semplice: se un governo taglia il 5 per cento sulle spese di tutti i ministeri, verranno meno una serie di servizi ai cittadini, che di conseguenza avranno più spese. Di fatto, quindi, i tagli non sono altro che delle tasse nascoste, con l’aggravante che colpiscono soprattutto i più poveri, perché quando in un ospedale pubblico ci sono liste d’attesa lunghissime non è certo un problema di chi può curarsi in una clinica privata.
La telenovela del ministero della Cultura
Si è parlato anche di vecchi e nuovi scandali al ministero della Cultura, quello che insieme al ministero dell’Itstruzione e del Merito per Giorgia Meloni doveva essere strategico per estirpare la cosiddetta “egemonia culturale” della sinistra nei luoghi del sapere. In realtà in due anni di egemoinia culturale della destra se n’è vista davvero poca, malgrado si giochi a imporre parole come “nazione”, “patria” e “identità” anche nelle bruschette al pomodoro.
Per il resto scandali più o meno grotteschi, come la love story tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice di Scafati, Maria Rosaria Boccia e i dolori del giovane successore, che ha perso dopo pochi giorni il suo capo di gabinetto, sommerso dagli insulti degli invasati “Pro Vita” e dalle frasi sessiste a lui rivolte nelle chat di Fratelli d’Italia, tutto per la sua dichiarata omosessualità. Insomma, più che un ministero è una telenovela dal titolo “Anche i fasci piangono”
Il video del mio intervento
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