giovedì 21 Novembre 2024
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Giorgia Meloni e il declino della Sanità pubblica

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein: "Coi reparti che si svuotano, il personale è rimasto è sottoposto a turni massacranti. E moltissimi fuggono verso l'estero"


“Da quando Giorgia Meloni è a Palazzo Chigi la spesa per la Sanità pubblica in rapporto al Prodotto Interno Lordo sta raggiungendo i minimi storici degli ultimi 15 anni. Questo vuol dire meno servizi e meno personale”.

“Il personale è sottoposto a turni massacranti”

Lo ha detto la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, intervenendo durante un’iniziativa elettorale a Forlì. “Coi reparti che si svuotano – ha continuato Schlein – il personale è rimasto è sottoposto a turni massacranti, moltissimi fuggono verso l’estero o verso il privato. Io chiedo al governo di mettere le risorse che mancano. Se non mettiamo quattro miliardi all’anno sulla salute pubblica i reparti continueranno a svuotarsi e le liste d’attesa continueranno ad allungarsi all’infinito. Non è un caso, ma è un disegno preciso: che la sanità diventi una cosa misura del portafoglio delle persone, chi ha i soldi da solo riesce a saltare la lista d’attesa e andare dal privato, chi non ce li ha ha sta rinunciando a curarsi”.

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Con la Manovra 2025, il governo Meloni rivendica di aver aggiunto circa un miliardo al fabbisogno sanitario standard delle Regioni. La premier e i suoi uomini più vicini ribattono alle critiche avanzate dalle opposizioni sostenendo che la dotazione finanziaria ha toccato cifre record. Il problema è che, se rapportata con il Pil, la spesa sanitaria è ai minimi degli ultimi quindici anni.

L’allarme del Gimbe: “La Sanità è al capolinea”

E preoccupa il quadro che emerge dal sesto rapporto della Fondazione Gimbe: “I princìpi fondanti del Servizio Sanitario Nazionale, ovvero universalità, uguaglianza, equità – ha spiegato il presidente Nino Cartabellotta – sono stati traditi. Oggi sono ben altre le parole chiave che definiscono un SSN ormai al capolinea e condizionano la vita quotidiana delle persone, in particolare delle fasce socio-economiche meno abbienti: interminabili tempi di attesa, affollamento dei pronto soccorso, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, inaccettabili diseguaglianze regionali e locali sino alla migrazione sanitaria, aumento della spesa privata sino all’impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure”.

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