giovedì 21 Novembre 2024
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I centri per migranti in Albania sono e saranno un totale fallimento


La mossa disperata per nascondere il fallimento dei centri per migranti in Albania, un decreto approvato in fretta e furia dal governo mentre mezza Italia è sott’acqua, i treni non passano e gli aeroporti si allagano, ha escluso Camerun, la Nigeria e la Colombia dalla lista dei Paesi “sicuri”.

Un governo che ammette il fallimento

Tradotto: lo stesso governo del signor presidente Giorgia e del girasagre ha ammesso che la lista precedente era sbagliata, che c’erano degli esseri umani provenienti da Paesi in cui non vengono rispettati i diritti umani che potevano finire in quelle prigioni costruite dall’altra parte dell’Adriatico.

Un’ammissione di incapacità, ma anche un’ammissione del vero senso di questa operazione: far credere agli analfabeti funzionali che li votano di aver trovato una soluzione a quello che per anni hanno dipinto come “il problema” del Paese. Ovviamente l’immigrazione non è “il problema” del Paese. L’analfabetismo di ritorno di una parte della popolazione, lo scarso senso civico e l’evasione fiscale record sono problemi molto più gravi, perché ci rendono la zavorra e lo zimbello d’Europa.

Un decreto che non risolverà nulla

Il decreto approvato in fretta e furia difficilmente salverà la buffonata dei centri in Albania, che sono e saranno un enorme fallimento. I giudici italiani – che non sono dei pericolosi eversivi e fanno semplicemente il loro lavoro – continueranno a rifarsi alla sentenza della Corte Europea, che spiega in modo molto chiaro che Paesi come Egitto e Bangladesh non possono essere considerati “sicuri”.

Un’operazione propagandistica finita male

Insomma, l’operazione propagandistica di portare in Albania lo zero virgola dei migranti che arrivano in Italia attraversando il Mediterraneo è miseramente fallita.
Ed è un fallimento su più piani: sul piano economico, sul piano politico e sul piano umano. Quasi un miliardo di euro per un’operazione di propaganda che non risolve nulla e fa apparire l’Italia, agli occhi del mondo civilizzato, come un Paese che deporta degli esseri umani in difficoltà. Fortuna che erano pronti.

 

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