domenica 24 Novembre 2024
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“Un paese di resistenza”, il sogno di Mimmo Lucano diventa un film

Il docufilm di Shu Aiello e Catherine Catella racconta il modello Riace e il sindaco che lo ha reso possibile


La storia di Riace, paese di Calabria, si intreccia con quella di Mimmo Lucano, all’anagrafe Domenico, oggi di nuovo sindaco. È la storia umana e politica, esemplare e dolorosa, di un paese e di un uomo che negli ultimi anni ha subito un ribaltamento del proprio racconto: da modello di accoglienza ad accuse di disegno criminale.

Il “modello Riace” sbarca in sala

Il film “Un paese di resistenza” di Shu Aiello e Catherine Catella spiega che non è così, che Riace porta con sé una storia di coraggio, scritta da chi ha perseguito l’utopia anche quando sembrava impossibile. Dopo la partecipazione a numerosi festival, italiani e francesi, il documentario inizia il suo nelle sale dal 21 novembre. Prima tappa a Bologna, al Cinema Galliera. La pellicola sarà proiettata alle 21.30, alla presenza della produttrice Serena Gramizzi.

Inizia dunque il viaggio di Mimmo Lucano e della sua Riace al cinema: presto saranno annunciate nuove date. Il film è prodotto da Bo Film (Italia), Les Films du Tambour de Soie (Francia), Dancing Dog Productions (Belgio), ed è distribuito in Italia da OpenDDB – Distribuzioni dal basso. Riace, dunque, Calabria. Come molti villaggi dell’Italia meridionale ha sofferto a lungo di un massiccio processo di emigrazione. Nel 1998 un evento cambia per sempre la vita di questo borgo: una barca con 200 Curdi si arena sulla spiaggia e gli abitanti accorrono spontaneamente in loro aiuto. Da quel momento inizierà un’avventura straordinaria.

La rinascita del borgo abbandonato

Il paese torna a vivere, le case da tempo abbandonate furono riaperte, nei vicoli si sentirono di nuovo le risate dei bambini, Riace diventò il paese dell’accoglienza, il suo sindaco Mimmo Lucano un esempio da capire e seguire. Fino a quando, nell’ottobre 2018, l’ondata nazionalista che soffia sull’Italia (e l’Europa e nel mondo) colpisce questo modello: Lucano viene arrestato e allontanato dal suo paese. La vita di Riace cambia, è terreno elettorale simbolico, eppure il paese resiste, i suoi vecchi e nuovi abitanti non perdono la fiducia nel loro sindaco.

Alla dura condanna di primo grado per Domenico Lucano – che menzionava l’accusa di associazione a delinquere e reati tra cui falso e truffa – è seguito un netto alleggerimento nella sentenza di appello (che riduce a 1 anno e sei mesi la condanna, dai 13 anni e due mesi chiesti inizialmente), ma ancora oggi la sua vicenda giudiziaria si intreccia con quella politica istituzionale e governativa. Solo ultimo in ordine di tempo, la Corte dei Conti ha contestato a Lucano un danno erariale di oltre 530 mila euro, per fatti del 2011-12 (in un sistema di gestione di centri di accoglienza ideato e attuato dall’allora dirigente della Protezione civile della Regione Calabria), in quanto sindaco dell’epoca, pur senza prove di intese “truffaldine”.

Le leggi contro l’accoglienza

Labile rimane così il confine tra giustizia e strumentalizzazione: il caso di Riace ha rappresentato un modello antitetico a quello voluto e descritto, nero su bianco, da leggi emanate dal 2018 in poi, come i ddl Sicurezza – molto restringenti per le pratiche di accoglienza, in fase di voto ancora oggi in questa legislatura. Un modello che, cronaca alla mano, è valso d’altra parte elogi e meriti internazionali, e una nuova carica per Lucano, eletto di nuovo sindaco nel 2024 (come lo è stato ininterrottamente dal 2004 al 2018) dai cittadini di Riace e deputato nel Parlamento Europeo da quelli italiani della circoscrizione sud.

Le registe di “Un paese di resistenza”

Shu Aiello ha lavorato a lungo come regista di fiction ed è partner della società francese 13 productions. Negli ultimi vent’anni si è dedicata alla regia di diversi documentari. Catherine Catella è regista e montatrice dei documentari Leoforio (2019) e Un Paese di Calabria (2016) con Shu Aiello, nonché di Au diapason du monde (2014), Palermo Bella (2009) e Moi aussi, je suis à bout de souffle (2006), realizzati con Christian Docin-Julien. Con doppia cultura franco-italiana, si dedica da tempo alle questioni dell’esilio attraverso diverse espressioni artistiche (film, mostre, musica).

Il trailer del film su Mimmo Lucano

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