Continua il flop di Tele Meloni, che forse andrebbe chiamata Tele Giorgia per non farla sembrare il titolo di una trasmissione di Umberto Smaila. Molto magra la prestazione di “Reazione a catena” condotto da Pino Insegno. Lui si è difeso in stile meloniano: “L’unico fatto che mi può essere contestato – ha detto – è l’aver pubblicamente appoggiato Giorgia Meloni“.
Perché Tele Meloni non funziona
In realtà, l’unico fatto che gli si contesta sono i pochi telespettatori che scelgono di guardarlo, ma andiamo avanti. Fanno quasi tenerezza le dichiarazioni di Giampaolo Rossi, nuovo ad di Tele Meloni. Parlando col Foglio ha scomodato addirittura la Liberazione: “Forse in passato qualche mondo culturale ha interpretato la Rai come una proprietà privata. Un mondo che ora è molto arrabbiato perché vede che la Rai è stata liberata”. Liberata da chi? Al momento da chi guardava i suoi telegiornali e i suoi programmi di approfondimento, un pubblico in fuga che dovrebbe spingere qualsiasi dirigente con un minimo di dignità e amor proprio a lasciare.
Torniamo ai flop. Ad affiancare il povero Pino Insegno, che non guarda nessuno perché amico di Giorgia, c’è Antonino Monteleone con il suo “L’Altra Italia, una trasmissione che pochi racconteranno ai loro nipoti. Luca Barbareschi, col suo “Se mi lasci non vale” è stato visto da appena 300 mila persone. Un’esperienza da dimenticare anche “A casa di Maria Latella”, che nelle sue sette puntate ha collezionato un misero 1,9% di share: “A casa di Fabio Salamida” avrebbe sicuramente raggiunto un pubblico molto più vasto, perché so cucinare bene e ho tre bellissimi gatti.
L’ossessione di Giorgia Meloni
Insomma, come in altri campi, anche sulla gestione della Rai l’esperienza di governo della destra destra di Giorgia Meloni non sta portando i frutti sperati. Colpa di questa ossessione di dover a tutti i costi cancellare una presunta “egemonia della sinistra”, che spinge la premier e i suoi fedelissimi a piazzare gente ovunque senza logica. I poveretti non si rendono conto che molti dei telespettatori dei programmi Rai fanno parte di quella mezza italia che li disprezza e non ci mettono nulla a cambiare canale, come dimostrano ogni santa domenica quando vanno su Nove a vedere “Che tempo che fa”. Il programma fa gli stessi numeri che faceva sui canali Rai, umiliando i dirigenti di Tele Giorgia ogni sette giorni.
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