E se avesse provato vergogna? È la domanda che sorge spontanea ripensando al tweet cancellato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nella serata di ieri. Il vicepremier, alle 23.17, aveva cinguettato: “Cuore e impegno (e telefono che squilla di continuo) dedicati ai cittadini di Emilia e Romagna, che lottano con acqua e fango. Un Milan senza cuore, grinta e idee non merita neanche un pensiero”.
I dolori del divano
Noi maligni lo immaginiamo lì, su quel divano, a soffrire per la sconfitta del suo Milan. La squadra di Pioli ha visto sfumare definitivamente le flebili speranze di arrivare in finale di Champion’s League al 74′, quando Lautaro Martínez ha insaccato. E da bravi maligni, immaginiamo che quel dolore sia stato accompagnato da telefonate di amministratori locali, di esponenti della Protezione Civile e persino da quella del giovane rider che non sapeva a chi citofonare per consegnare la pizza peperoni, salciccia, provolone e doppia pancetta, i sette supplì e le due Peroni da un litro e mezzo in omaggio.
A partita finita, l’algoritmo della Bestia lasciato in eredità da Luca Morisi, che probabilmente è mutato in una forma di vita autonoma governata da un’intelligenza artificiale plasmata sulle dichiarazioni di Roberto Calderoli, le intime confessioni di Simone Pillon e le ricette di Suor Germana, deve aver suggerito di scrivere qualcosa sulle due tendenze del momento: “maltempo” e “Inter – Milan”. Detto, fatto: nel tweet del girasagre c’è proprio tutto.
Il mistero
Per capire cosa sia successo dopo, possiamo solo avanzare delle ipotesi. Perché Matteo Salvini ha cancellato il tweet creando un precedente più unico che raro? Ciò che sappiamo per certo è che persino molti dei suoi fan hanno iniziato a insultarlo come fosse una Laura Boldrini qualsiasi: nel loro italiano stentato hanno palesato il loro istintivo dissenso, gli hanno urlato virtualmente che persino per loro, insensibili alle madri che affogano con i figli in grembo in mezzo al Mediterraneo, mettere insieme le sorti di una squadra di calcio e di vasti territori flagellati dal maltempo, è troppo.
Una delle ipotesi è che Salvini, per la prima volta, abbia provato vergogna. Lui che poche ore prima aveva scritto un tweet da bulletto per “festeggiare” l’addio di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto alla Rai, un addio che allontanerà dalla televisione pubblica circa due milioni e mezzo di telespettatori e decine di milioni di euro di raccolte pubblicitarie. Lui che il 13 luglio del 2013 twittò: “Gran serata coi fratelli leghisti. Ginepro, assenzio, limoncello e ora… Sereni al volante con Vasco! Liberi liberi siamo noi!!!”. Ecco, se avesse provato della vergogna saremmo di fronte a un evento politico paragonabile alla caduta del muro di Berlino.
Altra ipotesi è che sia arrivata una telefonata dai toni molto accesi. “Pronto. Io sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana, sono italiana e tu hai rotto il ca**o”. Se fosse andata così, si tratterebbe di un’ennesima dimostrazione dell’egemonia di Fratelli d’Italia nella coalizione di destra.
Ultima ipotesi, non del tutto peregrina, è che Luca Morisi abbia ancora le password del profilo twitter di Salvini e che ricevendo notifiche con migliaia di insulti al suo antico “capitano” abbia provato pena per l’amico ed ex datore di lavoro e ci abbia messo una pezza. È lo scenario più romantico, quello che lascia pensare a un pentimento, Darth Vader che frulla di sotto l’imperatore Palpatine che gli sta friggendo il figlio con i fulmini della forza.
Non sappiamo come sia andata davvero. A noi piace pensare che per una volta abbia provato della sana vergogna.